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Le Sette Meraviglie del mondo moderno

Uno straordinario viaggio virtuale attraverso le Nuove Sette Meraviglie del mondo, da ammirare malgrado il Covid.

Torneremo a viaggiare e – quando lo faremo – il primo volo che prenderemo sarà verso una meta che ci toglierà il respiro. Questo è il motivo principale per cui ho scelto di portarvi in viaggio attraverso le Sette Meraviglie del Mondo Moderno.

Abbiamo bisogno di stupirci positivamente. Abbiamo l’impellente necessità di riempire i nostri cuori e le nostre anime di emozioni esplosive. Quello che ci servirà sarà una grande scossa di ottimismo e riscoperta della bellezza. Dobbiamo ricominciare a sentir vibrare la nostra anima, un po’ come quando ci innamoriamo, che non è poi così diverso.

 

Io amo viaggiare, ma odio arrivare

Albert Einstein

 

Iniziamo con po’ di storia: le Sette Meraviglie del Mondo Antico

Di Babilonia rocciosa le mura percorse da carri
e vicino all’Alfeo Zeus ammirai,
poi quei giardini sospesi e il grande colosso del Sole,
le fatiche delle piramidi, che arrivano al cielo,
il Mausoleo enorme; ma quando di Artemide vidi
alto innalzarsi tra le nubi il tempio,
tutto bianco mi parve e pesai che, oltre all’Olimpo,
il Sole mai altra simile perla vide

Antologia Palatina

Pensate che le prime fonti relative alle Sette Meraviglie del Mondo risalgono al III sec a.C., quando Romani e Greci stilarono un elenco delle opere più straordinarie e maestose costruite dall’uomo. In questo caso si parla di ”Sette Meraviglie del Mondo Antico” o di ”Sette meraviglie del Mondo Classico”.

Di esse vi sono varie testimonianze letterarie ma la più accreditata si trova in un’epigramma di Antipatro di Sidone (di cui la citazione sopra). Queste opere mastodontiche sarebbero coesistite per meno di tre decadi prima di venire distrutte per la quasi totalità. L’unica tra esse rimasta intatta, che è anche la più antica tra le Meraviglie Classiche, è la Piramide di Cheope. Il tempo sembra non aver scalfito quest’incredibile opera architettonica che risulta ad oggi solo lievemente danneggiata. La si può ancora ammirare presso la Necropoli di Giza in Egitto.

Altre meraviglie dell’antichità furono: i Giardini Pensili di Babilonia, il Tempio di Artemide, la Statua di Zeus ad Olimpia, il Mausaleo di Alicarnasso, il Colosso di Rodi e il Faro di Alessandria.

Vi invito a guardare questo breve video con la ricostruzione delle suddette opere in 3D dello studio Neomandi di Londra.

Le Sette Meraviglie Moderne: quali sono e come nascono

Per scoprire come nascono le Nuove 7 Meraviglie del Mondo, dobbiamo tornare agli anni 2000 quando una società svizzera, la New Open World Corporation, durante le Olimpiadi di Sidney, lanciò un referendum mondiale via internet per determinare le nuove Sette Meraviglie tra 17 colossi dell’architettura.

Inutile dire che il sondaggio ebbe un successo planetario e, viste le pressioni dei vari Paesi, ben presto le opere in gara crebbero a 150 ma solo 21 di esse arrivarono all’ultima scrematura (non a caso il 7\7 del 2007). Ladies and gentlemen ecco a voi le vincitrici.

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno: Petra

Petra, Il Tesoro del Faraone
Petra, Il Tesoro del Faraone

La più antica Meraviglia del Mondo Moderno (312 a.C.)

Tutti i viaggiatori decantano la bellezza di Petra e altrettante sono le foto e i video a testimonianza di tale ammirazione. Ma quando attraversate il siq e vi trovate di fronte al Tesoro del Faraone vi rendete conto che nulla di ciò che avete visto o letto vi ha preparato realmente a quel momento.

Petra è una meraviglia in pietra rosa. Questo sito archeologico si trova in Giordania a circa 250 km dalla capitale Amman. Quando il sole sorge, le mille sfumature policrome che assume la pietra di questa antichissima città toglie il respiro.

Imperdibile è anche la visita notturna, quando El Khasneh viene illuminato da centinaia di candele e il silenzio viene interrotto solo dal suono della musica beduina. Oltre che ad essere una delle Sette Meraviglie Moderne, Petra è considerata una meta imperdibile; un magico viaggio che ogni persona dovrebbe compiere una volta nella vita.

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno: La Grande Muraglia Cinese

La grande Muraglia Cinese

Quando pensiamo alla Cina è impossibile che nella nostra mente non si snodi la straordinaria visione della Grande Muraglia. Seconda in ordine cronologico tra le Sette Meraviglie del Mondo Moderno, è lunga 21.196 km, più della metà della circonferenza della Terra. La sua costruzione è iniziata sotto il primo imperatore della Cina, Qin Shi Huang, nel 215 a.C. come difesa dagli invasori, in particolare dai Mongoli. Essa però, paradossalmente, risultò troppo estesa per divenire sorvegliata in ogni sua parte permettendo così ai nemici di oltrepassarla con facilità.

La Grande Muraglia Cinese attraversa la Cina settentrionale. Comincia il suo percorso ad Hushan nella provincia del Liaoning nel Nord-Est della Cina e incontra il mare a Shanghaiguan. Passa al nord di Pechino, attraversa numerose province cinesi (Hebei, Shanxi, Shaanxi, Ningxia, la Mongolia Interna) e finisce con il Passo di Jiayuguan nella provincia del Gansu.

Che parte visitare della Grande Muraglia? E qui si apre un mondo. Dipende da tanti fattori: tempo, budget, livello di allenamento, comodità. In questa sede esploreremo la muraglia nei pressi di Pechino.

Badaling

La Grande Muraglia a Badaling

Questa è in assoluto la sezione più restaurata, più famosa, più servita, più affollata e che probabilmente offre i panorami più belli visto che la visibilità è ottima. E’ adatta alle famiglie con bimbi e a persone con ridotta mobilità. E’ stata costruita su un passo a nord di Pechino, da qui deriva anche il nome Passo del Nord.

Mutianyu

Mutianyu è l’alternativa a Badaling. Vanta anch’essa bellissimi panorami, si snoda fino alla cima di un monte formando un triangolo che pare un corno di bue (da qui denominata anche Il Corno)  per poi scendere di nuovo. Una particolarità: Mutianyu è dotata di una funivia per arrivare in cima alla montagna e per la discesa è stato allestito un divertentissimo slittino, toboga.

Simatai

La Grande Muraglia a Simatai

 

Dista 120 km da Pechino ed è una delle poche sezioni ad aver mantenuto l’aspetto originale. Lunga 5.4 km è un percorso impegnativo, un sali scendi che va dai 300 ai quasi 1000 metri. E’ uno dei tratti più spettacolari ed è visitabile anche in notturna: si prende la funivia e, dalla fermata, si può camminare sino alla cima ed ammirare il villaggio di Simatai dall’alto nonchè la Muraglia che serpeggia tra le montagne.

Per approfondimenti vi consiglio di visitare questo sito:

https://www.viaggio-in-cina.it/grande-muraglia/

…e di fare un viaggio sopra la Muraglia con il Drone:

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno: Il Colosseo

Il Colosseo

Non poteva di certo mancare tra le Nuove Sette Meraviglie del Mondo il nostro Colosseo. Conosciuto anticamente come Anfiteatro Flavio e collocato nel centro di Roma, è il più grande anfiteatro al mondo e, come le altre Meraviglie, Patrimonio dell’UNESCO.

Storia e dimensioni

Edificato in epoca Flavia da Vespasiano ed inaugurato da Tito nell’80 d.C., è un’elisse che misura 527 metri di perimetro con un’altezza di 48.5 metri (inizialmente arrivava a 52mq). L’arena aveva le dimensioni un campo da calcio ed è stata stimata una capienza tra i 50.000 e i 70.000 spettatori.

Si presentava bianchissimo, aveva quattro piani e i primi tre avevano ciascuno 80 enormi arcate cui erano poste enormi statue. Il Colosseo di adesso non è null’altro che lo scheletro di quello di allora; era ricoperto di meravigliose lastre di marmo bianco fissate con chiodi e staffe anch’essi di marmo (il ferro avrebbe colato la ruggine andandole a sporcare).

Interno del Colosseo

Il Colosseo è in piedi da 2000 anni ma fu costruito in meno di 10. Come ci riuscirono i romani?

Ripeterono per moltissime volte qualcosa che sapevano fare molto bene e cioè l‘arco. Ci vollero 100.000 tonnellate di travertino e 300 di ferro. L’accesso alle gradinate era consentito da un’efficace sistema di scale e gallerie che consentiva al pubblico di sfollare in pochi minuti. Si emergeva sugli spalti da aperture con nomi curiosi ad esempio vomitoria e l’effetto doveva essere davvero impressionante.

La pendenza delle gradinate era di 37 gradi e questo permetteva una visuale ottima da tutti i settori; essi rispecchiavano la categoria sociale. In cima vi si trovava il popolino con un settore a parte riservato alle donne e più si scendeva più saliva lo status sociale. In prima fila si sedevano magistrati, vestali, sacerdoti e soprattutto senatori.

All’apice, il Colosseo aveva una corona di 240 pali imponenti. Servivano per sostenere il velario, un enorme copertura atta a riparare gli spettatori dal sole.

Riproduzione plastica dell’Antica Roma

I giochi

Lo spettacolo seguiva un programma preciso: alla mattina c’erano le belve. Si assisteva a cacce, scontri tra animali (ad esempio un’ elefante veniva legato ad un toro) e poi c’erano gli acrobati che saltavano sopra di esse stando attenti a non farsi azzannare. Guerrieri armati poi affrontavano leoni, orsi, leopardi.

Alle belve, addestrate ad attaccare l’essere umano, venivano gettati anche i condannati a morte: ladri, assassini stupratori… Non dimentichiamo che il Colosseo era un luogo di esecuzioni pubbliche. Come ciliegina sulla torta, si assisteva alla lotta tra i gladiatori. Un vero e proprio tripudio di sangue e violenza.

Curiosità

Sotto il Colosseo c’erano due piani sotterranei dove si tenevano le gabbie con gli animali e i gladiatori e da cui comparivano gli effetti speciali; uno dei trucchi più amati era l’improvvisa comparsa sull’arena di bestie e gladiatori fatti salire con dei montacarichi.

Il Colosseo cadde in disuso nel sesto sec a.C. con il tramonto dell’Impero Romano. Nei secoli i suoi archi ospitarono botteghe, artigiani, confraternite, eremiti, ospedali e addirittura un cimitero. I Papi invece lo usarono come cava di marmo e travertino per costruire Palazzo Barberini, il Campidoglio, Palazzo Venezia e addirittura San Pietro.

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno: Chichen Itza

El Castillo

Ci troviamo in Messico, al nord della penisola dello Yucàtan. Qui si erge un complesso architettonico Maya tra i più belli e ben conservati in assoluto: Chichen Itza. La quarta Meraviglia del Mondo Moderno per anzianità. Questa città fu fondata nel 600 d.C.in un contesto che ben si prestava all’insediamento di una comunità poichè eretto vicino a dei pozzi d’acqua naturali detti Cenotes. Nell’epoca di massimo splendore superò i 35.000 abitanti. E’ un sito ricco di mistero che ancora oggi ci riserva continue sorprese. Vediamole assieme

Piramide di Kukulkan

Conosciuta come El Castillo era il tempio del dio serpente piumato (Kukulkan). Costruita verosimilmente attorno all’800 d.C. rappresenta il calendario Maya: in ognuno dei quattro lati, le stagioni, vi è una scalinata composta da 91 gradini che sommati a quelli della piattaforma sovrastante diventano 365 come i giorni dell’anno. Le scalinate sono adornate da lunghi serpenti piumati mentre le colonne sono serpenti a sonagli.

Durante i giorni dell’equinozio di primavera si può osservare un curioso effetto ottico: il serpente piumato, con le luci dell’alba, pare prendere vita. Una curiosità: El Castillo è una specie di matrioska che contiene al suo interno altre due piramidi; l’ultima (che poi è stata costruita per prima) è stata scoperta di recente assieme al fatto che la costruzione è stata edificata proprio sopra un cenote. Questa piccola piramide misura 10 mt in altezza, la seconda 20 e la terza, quella che possiamo ammirare, 30, contando il capitello al suo apice.

El Caracol

L’Osservatorio

Le sorprese a Chichen Itza non sono finite. Sappiamo che i Maya erano dei sapienti studiosi del cielo; non poteva quindi di certo mancare l’Osservatorio: El Caracol. Fu chiamato così perchè al suo interno vi è una scala a spirale (il nome significa appunto ”la chiocciola”).

Un luogo tutto da scoprire, costruito seguendo delle regole ben precise dettate dagli astri e studiato nei minimi particolari per osservare il cielo. Tra le molteplici particolarità di questo luogo vi sono anche degli enormi contenitori in pietra che al tempo venivano riempiti d’acqua in modo da riflettere le stelle e facilitare gli studiosi nelle loro ricerche.

Il Tempio dei Guerrieri

II Tempio dei Guerrieri

E’ un’enorme piramide a larghi gradoni sulla cui sommità sono poste delle scale ad indicare l’entrata del Tempio e la statua di Chac Mool. Nella parte antistante e sui lati vi sono delle file di colonne intagliate rappresentanti i guerrieri Maya.

Purtroppo la storia ci racconta che è proprio in questa sede che venivano perpetuati i sacrifici umani. Il ”prescelto” saliva la scalinata dove lo attendeva il sacerdote che gli strappava il cuore e lo poneva in grembo alla statua come offerta.

La massima espressione di questa cultura sanguinaria si può trovare anche nelle piattaforme poste vicino alla piramide tra le quali la piattaforma dei teschi, un muro lungo ben 60 metri che doveva essere la base di un edificio dedicato a contenere i pali destinati a “tenere” le teste delle vittime sacrificali.

La Corte della Pelota

Campo per il gioco della pelota

Esistono ben sette campi per il gioco della pelota nel sito di Chichen Itza, il maggiore dei quali è situato circa 150 metri a nord-ovest del Castillo.

Si tratta del più grande campo per il gioco della palla di tutta la mesoamerica, lungo 166 metri e largo 68. Le mura che chiudono i lati lunghi sono alte 12 metri e sorreggono al centro anelli di pietra intagliata con figure di serpenti intrecciati.

Due squadre prendevano parte al gioco, anch’esso di natura rituale, con lo scopo di far passare una palla di gomma all’interno degli anelli, senza l’utilizzo di mani o piedi, ma ricorrendo a ginocchia, anche e gomiti. Talvolta usavano dei bastoni, come mostrato in alcune incisioni. Per i Maya questo gioco era legato alla pratica di sacrifici, ma non è chiaro chi venisse ucciso: il capitano perdente, quello vincente o addirittura l’intera squadra.

In questo incredibile complesso immerso nella giungla dello Yucatan, c’è molto altro da vedere, da scoprire e da studiare. Misteri irrisolti che rimarranno intrappolati tra le macerie e altri che chissà… forse scavando tra le sabbie del tempo prima o poi vedranno la luce.

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno: Machu Pichu

Machu Picchu

Ci troviamo in Perù per scoprire la quinta Meraviglia del Mondo Moderno dove le alture andine e la fitta vegetazione custodiscono i segreti dell’Impero Inca.

Fu lo storico ed esploratore statunitense Hiran Bingham (dalla cui figura si dice abbiano tratto il personaggio di Indiana Jones) nel 1911 a riconoscere l’importanza delle rovine di Machu Picchu e far si che il mondo le conoscesse.

Ma chi fu il primo a scoprirle? In realtà nessuno le scoprì perchè non furono mai realmente perdute. Quando Bingham arrivò al sito, vi trovò delle famiglie di contadini che ne avevano fatto la loro casa sfruttando i gradoni dei terrazzamenti per coltivare i loro prodotti. Da qualche anno si sa che in realtà fu un avventuriero tedesco ad arrivare al sito 44 anni prima di Bingham; purtroppo costui, tale Augusto Berns, in combutta con il governo peruviano, non fece altro che depredarle.

L’alba a Machu Picchu. Riposate il giorno precedente perchè dovete essere tra i primi a salirvi. Dovete essere lì prima del sorgere del sole, quando assieme a voi ci sono solo poche centinaia di turisti. Partite di notte e aspettate l’apertura del sito perchè alle 11 il chiasso che producono oltre mille anime è assordante. Arrivate prima perchè altrimenti anche per fare una sola foto dovrete mettervi in coda.

Andateci a Machu Picciu. Prima degli altri. Godetevi l’alba seduti nel prato, immersi nel silenzio e asciugatevi più volte gli occhi perchè al sorgere del sole la vista vi si appannerà spesso.

Penso che un viaggio in Perù sia uno dei più straordinari che si possano fare nella vita e visitare il sito di Machu Picchu, che dista pochi passi dal cielo, sia il coronamento di questo percorso.

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno: Taj Mahal

Taj Mahal

Continuiamo a nutrirci della bellezza delle Nuove Sette Meraviglie approdando in India.

Siamo nella città di Agra nell’India settentrionale. Qui nel 1632 l’imperatore moghul Shah Jahan fece costruire un palazzo da favola per l’amatissima moglie Arjumand Banu Begum, conosciuta come Mumtaz Mahal (la preferita dell’harem) che morì a 38 anni dando alla luce il loro quattordicesimo figlio.

Il suo nome, Taj Mahal, significa il Palazzo della Corona. Un mausaleo di incomparabile bellezza, una tomba edificata da un vedovo inconsolabile, un marmoreo inno all’eterno amore.

L’imperatore, distrutto dal dolore, impegnò ogni energia in questo portentoso progetto. I lavori per la costruzione durarono 22 anni e vi presero parte all’incirca 20.000 persone tra i quali sapienti artigiani provenienti da tre continenti. Tra essi anche un italiano, Geronimo Veroneo.

Un migliaio tra elefanti e bufali furono impiegati come forza lavoro a trasportare le 12.000 tonnellate di marmo e pietra provenienti da ogni dove. La perfezione delle forme è il risultato di complessi calcoli matematici, pietre e gemme preziose furono incastonate tra i muri e le decorazioni affidate al più grande calligrafo dell’epoca, Amanat Khan.

Il risultato è impressionante e non vi sono fotografie o ricostruzioni che possano avvicinarsi alla bellezza del mausaleo visto con i propri occhi. La sua enorme fama può quasi infastidire tanto questo simbolo è stato sfruttato. Il romanziere Salman Rushdie per anni si rifiutò di guardarlo, ma dopo la sua prima visita dovette arrendersi dinnanzi a cotanta bellezza. Scrisse:

Il Tah Mahal dev’essere visto per ricordarci che il mondo è reale, che il suono è più vero dell’eco, che l’originale è più potente dell’immagine riflessa allo specchio. La bellezza è ancora capace, in quest’epoca saturata di immagini, di trascendere le imitazioni. E il Taj Mahal è, ben oltre il potere delle parole per descriverlo, una cosa adorabile, forse la più adorabile di tutte le cose

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno: Cristo Redentore

Il Cristo Redentore

Concludiamo il nostro viaggio tra le Sette Meraviglie del Mondo Moderno volando in Brasile, per la precisione a Rio de Janeiro. All’apice del monte Corcovado, ad abbracciare e proteggere la baia di Rio, vi è posta una delle statue più grandi del mondo, quella del Cristo Redentore.

Perchè venne costruito il Cristo Redentore?

La statua del Cristo di Rio è stata inaugurata il 12 ottobre del 1931 dal Presidente Getúlio Vargas, anche se l’idea di erigere una statua sulla cima del Corcovado risale al secolo precedente. Agli albori degli anni ’20, la Chiesa Cattolica che dal 1550 aveva governato il Paese, cominciò a perdere il sostegno degli abitanti, influenzati dall’economia e dal socialismo europeo dopo la Prima Guerra Mondiale. Nel 1921 l’Arcidiocesi di Rio bandì un concorso per realizzare un monumento celebrativo che unisse le persone e le tenesse sotto la propria ala.

Chi progettò la statua?

L’architetto e ingegnere brasiliano Heitor da Silva Costa si aggiudicò l’appalto, fu scelta l’immagine Art Decò del Cristo con le braccia aperte dell’artista Carlos Oswald e fu confermato anche il monte Corcovado per la sua posizione privilegiata come da intuizione del Silva Costa che scrisse:

La statua del divino salvatore sarà la prima immagine che emergerà dall’oscurità in cui la terra è immersa e ricevere il saluto del stella del giorno che, dopo averla circondata con la sua radiosa luminosità, costruirà al tramonto intorno alla sua testa un alone adatto al Dio-Uomo

L’ingegnere, vista l’imponenza della costruzione, dovette cercare un aiuto in Europa e lo trovò in  Paul Landowski, uno scultore franco-polacco che intensificò lo stile Art Déco dei disegni di Oswald. I materiali utilizzati furono il cemento e la pietra saponaria. I lavori iniziarono nel 1926 e terminarono nel 1931. La statua, compreso il basamento è alta 40 metri.

Curiosità

La pietra saponaria fu utilizzata perchè Heitor, consapevole che il cemento non avrebbe dato l’effetto desiderato, aveva bisogno di ricoprirlo con un materiale facilmente reperibile e resistente alle intemperie. Dopo varie ricerche, decise di usare la saponaria, sia per la facile reperibilità che per la resistenza.

Dalla pietra vennero ricavati piccoli triangoli per ricoprire la statua a mo’ di mosaico. Essi vennero cuciti su un tessuto di lino da alcune volontarie di una delle parrocchie ai piedi del Corcovado. La particolarità è che molte riportano sul retro dei messaggi o semplicemente i nomi delle persone care.

Un’ altra curiosità, che è anche un motivo di orgoglio tutto italiano, è che sul basamento del Cristo Redentore, vi è posta una targa commemorativa dedicata a Guglielmo Marconi. Nel giorno dell’inaugurazione del monumento egli fece partire con un segnale radio da Roma l’impulso che ne accese l’illuminazione e sancì la nascita di un simbolo di pace e redenzione.

Come arrivare

La linea ferroviaria che percorre la montagna parte da Rio e arriva fino a pochi metri dalla Statua del Cristo. Dall’ultima fermata alla cima era necessario salire 222 scalini; fortunatamente nel 2002 sono stati montati degli ascensori per fare in modo che tutte le persone possano arrivare al basamento.

Ho adorato scrivere questo articolo sulle Sette Meraviglie del mondo moderno. La lunghezza è data dai molti contenuti e dalla scelta di inserire numerosi dettagli in modo da solleticare la vostra curiosità.

Vi auguro di tornare presto a riempirvi gli occhi di bellezza.

Se vi fa piacere e se lo trovate interessante, condividete l’articolo. E non siate timidi, commentate! Io sarò felice di leggere le vostre impressioni e far tesoro dei vostri consigli.

Come sempre vi ringrazio del tempo che mi avete dedicato, spero sia stato ben speso.

Siate curiosi, sempre.

Elisa Zen

 

Commenti

Rispondi
  1. bell’articolo. Con mio figlio alla scuola primaria di secondo grado stiamo prendendo spunto per una ricerca sulle 7 meraviglie del mondo moderno. Grazie:)

    • Grazie Giuseppe. Sapere che il mio articolo è stato scelto come spunto per una ricerca scolastica lo considero un privilegio. Buon lavoro ad entrambi e grazie ancora! 🙂

    • Grazie di cuore Martina. Cerco di fare del mio meglio per offrire ai miei lettori un’esperienza che sia piacevole ma al contempo educativa. Continua a seguirmi e se hai idee o consigli scrivimi, ne farò tesoro. Un grande abbraccio, Elisa

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