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Yakutia e scacciapensieri: un viaggio tra Siberia e Sicilia

Le misteriose origini dello scacciapensieri che ha radici in tutto il mondo

La Yakutia e lo scacciapensieri appartengono a due mondi distanti, anche se sono profondamente legati. Quando pensiamo allo scacciapensieri la mente ci catapulta in Sicilia e visualizziamo un uomo con una camicia bianca, una coppola e uno strumento misterioso appoggiato alle labbra. Sentiamo un suono che mette in comunicazione culture e Paesi differenti, aprendo un dialogo interiore con la propria anima.

In realtà questo strumento è diffuso in tutto il mondo da Occidente a Oriente e racconta una storia particolare come il suono che produce. Lo scacciapensieri è conosciuto con diversi nomi: khomus, drymba, jew’s harp, murchunga e marranzano in base al luogo da cui proviene.

Dovremo fare un viaggio che parte dalla Sicilia e arriva in Yakutia, una vasta regione della Siberia, per saperne di più.

Dove si trova la Yakutia

yakutia

La Yakutia e lo scacciapensieri sono legati da un filo invisibile lungo circa 12 mila chilometri, che collega l’Italia alla più grande regione della Russia – la Yakutia, appunto.

Il clima è particolarmente rigido, in inverno il termometro scende fino a -50 gradi, per questo motivo non ci sono molti turisti.

Il fascino della Yakutia, però, colpisce subito. Gli abitanti, chiamati sacha, hanno mantenuto le antiche tradizioni e usanze, come il festeggiamento del Capodanno in primavera e la religione pagana.

In questo territorio non c’è solo un’immensa ricchezza culturale ma anche materiale; il terreno è prospero di oro, diamanti e risorse minerali e per questo motivo la regione vanta il nome di tesoro della Russia.  Secondo un’antica leggenda siberiana, Dio stava volando sopra la Yakutia e a causa del freddo gli si congelarono le mani, così versò tutte le sue fortune in queste terre.

Il paesaggio è caratterizzato sia dalla tundra che dalla taiga, tipica delle zone fredde, con pini, abeti e betulle. Il permafrost di questa zona ha cristallizzato sia la flora che la fauna locale.

In un’atmosfera suggestiva e affascinante si ambienta la nostra storia, che vede come protagonisti la Yakutia e lo scacciapensieri.

Quando è nato lo scacciapensieriyakutia e scacciapensieri

La storia continua, e vede avvicendarsi la Yakutia e lo scacciapensieri 2500 anni fa. Si pensa che il khomus, nome siberiano dello scacciapensieri, sia nato in Asia centrale e contemporaneamente in luoghi diversi: come la l’Europa, le steppe mongole e l’Uzbekistan.

Altri studiosi, invece, sostengono che lo strumento risalga all’età della pietra, o addirittura arrivi da Atlantide.

L’origine del khomus è incerta, ma ciò che è certo è la sua diffusione in tutto il mondo. In Europa veniva suonato per accompagnare le dichiarazioni d’amore, in Russia si usava per incitare i soldati in battaglia e in Giappone era uno strumento di satira che venne poi bandito.

In qualunque modo lo scacciapensieri è usato può avere funzioni differenti:

  • Spirituale: genera pensieri tramandati da generazione in generazione;
  • Terapeutica: nell’antichità si utilizzava per curare lo stress e la sterilità femminile;
  • Estetica: instaura un dialogo con l’artigiano che lo crea, il quale parla a lungo con il khomusista per capire il tono musicale e scegliere la giusta intensità del fuoco per forgiare lo strumento;

Lo scacciapensieri, inoltre, mette in comunicazione musicisti che provengono da diversi Paesi, perché chiunque può intonare parole – chiamate parole acustiche – durante l’esecuzione dello strumento, riproducendo un suono sentito da un altro khomusista. In questo modo il khomus diventa un ponte tra culture che derivano da Paesi diversi, proprio come la Yakutia e lo scacciapensieri. Nella regione russa, infatti, è considerato lo strumento nazionale e tutti gli yakuti lo suonano.

Che legame c’è tra la Yakutia e lo scacciapensieri

Diego Pascal Panarello ha svelato il legame tra la Yakutia e lo scacciapensieri con il suo documentario The strange sound of happiness.

Il suo primo lavoro da regista è stato realizzato grazie a un crowdfunding di 10000 euro, che gli ha permesso di viaggiare tra i villaggi siberiani e incontrare: musicisti, fabbri e artigiani. Ha indagato sulla storia di questo strumento che racconta la cultura di popoli diversi, e diventa la chiave di lettura dell’anima delle persone.

Diego Pascal Panarello è partito dalla Sicilia, luogo che nel nostro immaginario è l’origine dello scacciapensieri, e ha staccato tutte le etichette negative legate a questo strumento, che spesso viene associato a scene di film sulla mafia e sulla malavita. Lo scacciapensieri diventa uno strumento per meditare e non per minacciare, è un ponte tra differenti culture che riescono a parlare la stessa lingua fatta di suoni e musica.

La storia che unisce la Yakutia e lo scacciapensieri è mistica e intrigata, ci sono protagonisti che vengono da tutto il mondo e antiche tradizioni tramandate da generazione in generazione.

La Yakutia e lo scacciapensieri: il lieto fine

yakutia e scacciapensieriLo strumento non emula la voce umana ma sembra parlare direttamente al cielo e alla terra con un suono inconfondibile che scuote l’anima. Rievoca pensieri ancestrali e rivelatori e connette il corpo con l’ambiente circostante. La Yakutia è una freddissima regione russa che con il khomus emana tutto il suo calore, facendo conoscere le sue tradizioni al resto del globo. Questo territorio, di cui non si conosce abbastanza, è profondamente legato all’Italia attraverso un piccolo strumento.

La storia dello scacciapensieri ci fa riflettere su come tutto il mondo sia collegato e su come i diversi Paesi e le differenti culture abbiano dei punti di contatto.

Tutti gli esseri umani sono cittadini del mondo, e ciascun viaggiatore scopre nuove case in ogni angolo del globo.

 

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